Cent’anni appena // 1922 – 2022

Un ciclo di incontri dal “biennio rosso” all’ascesa del fascismo:

🔸1 aprile 20:30

Il movimento proletario di fronte alla Grande Guerra e la violenta contesa intorno alla “memoria dei caduti”; le lotte sociali del primo dopoguerra (carovita, campi e officine); la vicenda fiumana; il rientro in Italia di Errico Malatesta e l’ulteriore radicalizzazione dello scontro.

🔸 9 aprile 15:30

La nascita dei Fasci di combattimento (23 marzo 1919) e il loro “battesimo del fuoco” (15 aprile 1919); che cosa avviene fuori d’Italia (Germania, Russia, le Americhe).

🥂🍕A seguire

Aperitivo e cantata in memoria di un giovane proletario combattivo, Francesco Pessina (1888-1922), e altri canti del repertorio sociale di quegli anni.

🔸22 aprile 20:30

Le diverse fasi dell’offensiva fascista in rapporto all’evoluzione dello scontro socio-politico; la fondazione del PCd’I; gli Arditi del Popolo e le altre formazioni d’autodifesa proletaria; la vicenda del “Diana”; uno sguardo territoriale sui fatti del varesotto; l’epilogo.

📌 Gli incontri del 1 e 22 aprile si terranno presso la Cooperativa popolare saronnese – via Micca 17.

📌 La giornata del 9 aprile si svolgerà, invece, all’aperto… a breve il luogo!

Vi aspettiamo!

OP. Sibilla – comunicato di solidarietà

L’ 11 novembre scorso sono state effettuate numerose perquisizioni in varie città italiane e notificate a sei compagni delle misure cautelari: in carcere per Alfredo Cospito, ai domiciliari per Michele Fabiani, obbligo di dimora e tre firme a settimana per altri quattro compagni. In questo periodo in cui lo Stato imbocca una via sempre più autoritaria per la gestione delle continue emergenze che esso stesso ha contribuito a generare, non poteva mancare l’ennesima operazione contro chi si oppone
allo Stato e a questo enorme accumularsi di limitazioni, divieti, ricatti, punizioni.
L’accusa è di aver, a vario titolo, partecipato alla pubblicazione di Vetriolo, pubblicazione anarchica. Non è la prima volta che la sola carta stampata diventa indizio e prova per far scattare ondate di perquisizioni e arresti. “Volevano attaccare lo Stato”, tuonano i media nazionali e locali. Verrebbe da chiedersi perché non lo dovremmo volere tutti quanti, specialmente in un periodo in cui lo Stato con una mano si fa forte a suon di imposizioni e repressione nelle strade, e con l’altra aumenta il costo della vita e vara lo sblocco dei licenziamenti.

Completa solidarietà ai compagni perquisiti e inquisiti. Michele e Alfredo liberi!

Compagni e compagne della provincia di Varese

APPUNTAMENTO FISSO GIOVEDI H.18 IN PZA LIBERTÀ – Assemblea Popolare Saronno

Resoconto presidio del 13/11

Nonostante le disposizioni del Ministro dell’Interno Lamorgese vietino di manifestare nei centri città, sabato 13 novembre Saronno ha visto un presidio in piazza Libertà.
L’iniziativa, come espresso sia nei volantini che dallo striscione, era contro green pass, carovita, repressione e sfruttamento del lavoro. Crediamo che gli argomenti citati non siano rimandabili in quanto con preoccupazione li vediamo legati l’uno all’altro.
Negli scorsi anni siamo scesi in strada contro il decreto sicurezza, le cui conseguenze ad oggi sono più che palesi: i daspo urbani, sperimentati prima su chi “metteva a rischio il decoro delle città”, oggi vengono utilizzati su chi manifesta; chi picchetta un’azienda o blocca una strada rischia pene altissime. Chi pubblica un post “di troppo” sui social viene sottoposto a interrogatorio; chi partecipa a un corteo viene indagato per “istigazione a disobbedire alle leggi”; sui gruppi Telegram che si sono formati negli ultimi mesi in seno alle piazze No Green Pass i messaggi più espliciti hanno dato il la a diverse misure e perquisizioni.
Ma non solo. Negli ultimi mesi sono state le pubblicazioni ad essere colpite con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo: ad essere perseguitate la redazione di un periodico anarchico (Vetriolo) e un archivio storico sull’ esperienza delle Brigate Rosse.
Insomma, di fronte all’aggravarsi delle condizioni di vita lo Stato manda un messaggio forte e chiaro: non sarà accettato nessun disallineamento, neppure teorico.
Questo sabato in particolare la Digos ha dapprima citofonato a casa di alcuni compagni nelle ore a ridosso dell’iniziativa, non ricevendo risposta, e in seguito hanno provato a fermarci mentre ci avvicinavamo alla piazza per infine fermare sei di noi notificandoci una inedita prescrizione in cui le sei persone venivano identificate come organizzatrici e promotrici dell’iniziativa e con cui ci intimavano che se ci fosse stato un corteo sarebbero state individuate come responsabili e quindi denunciati per 18 TULPS. L’ennesimo strumento di deterrenza che si somma agli altri.
Dopo diversi minuti tra notifiche e identificazioni finalmente la manifestazione inizia. Sin da subito vengono aperti degli striscioni come “voi stato d’emergenza, noi stato d’agitazione permanente/contro green pass, carovita, repressione e sfruttamento del lavoro” o come lo striscione dell’assemblea popolare di Busto Arsizio che per quel giorno ha deciso di spostarsi per supportare l’iniziativa di Saronno.
Malgrado il folto dispiegamento di Polizia con il passare delle ore si è formato un cerchio di un centinaio di persone all’interno del quale si son susseguiti degli interventi a microfono aperto che variavano dalla lettura di testi a riflessioni sulla situazione che stiamo vivendo.
La giornata si conclude con la soddisfazione di aver visto a Saronno uno scambio fruttuoso e arricchente che speriamo non si concluda con la giornata di sabato, ed è per questo che invitiamo tutti e tutte all’assemblea popolare che si terrà tutti i Giovedì in piazza Libertà a Saronno alle 18:00.

COMUNICATO SULLE PERQUISIZIONI (22 OTTOBRE)

80 Voglia di Anarchia

Questa mattina, 22 ottobre, all’alba due case di nostri compagni sono state perquisite dalla Digos di Milano e Varese in riferimento alla piazza dello scorso sabato 16 ottobre a Milano.
Il corteo aveva visto la partecipazione, secondo i media, di circa 30 mila persone, con nel finale alcune cariche a freddo delle forze dell’ordine.
I reati con cui hanno giustificato le perquisizioni sono:
– art. 110 e 610, concorso in violenza privata
– art. 110 e 415, istigazione a disobbedire alle leggi
– art. 110 e 340, concorso in interruzione di pubblico servizio
– 18 TULPS, manifestazione non autorizzata

Le perquisizioni hanno avuto come principale finalità il sequestro della “rete informatica finalizzata al mantenimento dei contatti tra gli appartenenti ai gruppi anarchici e gli stessi gruppi No Vax”; In sostanza cellulari e pc alla ricerca di messaggi, volantini, flyer e materiale vario (da notare come gli scribacchini chiamino No Vax le persone che si oppongono al lasciapassare verde).
L’operazione è stata diretta dalla sezione dell’antiterrorismo di Milano, a seguito delle dichiarazioni alla Camera della Ministra dell’Interno Lamorgese, la quale, dopo aver oscillato (o scivolato) sul moto ondulatorio di un blindato della celere, dichiarava come 80 presunti anarchici saronnesi avrebbero provato ad aizzare la folla presente in piazza. La natura di questa operazione che abbraccia Polizia e comunicazione mass-mediatica mira a intimidire e dividere.

Intimidire perchè le misure contro chi lotta da sempre hanno questa principale finalità, in particolare in una situazione imprevedibile come quella di queste ultime settimane, con pressioni costanti della Digos durante i cortei culminate nell’accusare un compagno, durante un momento concitato, di essere un infiltrato della Polizia -la dice lunga il fatto che persino la Polizia, per screditare una persona, la accusi di essere uno sbirro. Non a caso durante una delle tre perquisizioni è stato notificato anche un foglio di via di due anni da Milano, non riguardante le piazze di queste ultime settimane, come già accaduto con l’avviso orale aggravato dato a un nostro compagno lo scorso Agosto (di cui sotto il comunicato che pubblicammo). Quale momento migliore per lo Stato per sommergerci di carte questurine, se non quando contenuti e pratiche anarchiche potrebbero attecchire?

Dividere perchè in piazze basate sul rapporto uno a uno, che tendono a rifiutare le divisioni fittizie e le categorie militanti, lo Stato ha tutto il vantaggio nel ricrearle. Nonostante le evidenti contraddizioni in seno a queste piazze, possiamo immaginare (riferendoci in particolare alla piazza di Milano) lo spaesamento poliziesco di fronte a una mobililitazione disomogena e diosorganizzata, senza capo nè coda, letteralmente. Da qui il bisogno di dare nomi, volti, ruoli e soprattuto capi, a un movimento contro cui altrimenti non avrebbero saputo come intervenire se non con azioni di forza che al momento, ad esclusione di Trieste, non sembrano volersi assumere. Proprio a vent’anni da Genova, a Trieste è stata rispolverata la categoria del “black bloc”, vero e proprio spauracchio che ha portato alla cancellazione del corteo ufficiale di sabato 23 ottobre.

Come ribaltare lo spauracchio?
In Italia l’assenza ormai decennale del conflitto sociale come strada percorribile collettivamente dagli oppressi, la sua mostrificazione giornalistica ed infine la stereotipizzazione delle parti in causa sono un grosso rimosso collettivo. In un contesto mondiale di moti di piazza, fuori dalla politica istituzionale ma anche dal movimentismo, sentiamo urgente interrogarci sui limiti e le possibilità della rivolta.
Rimangono certo aperte numerose questioni, che però l’avanzare della Storia ci impone di affrontare, pena la resa totale all’inoffensività.

Vogliono intimidire e dividere?
Rilanciamo: ci vediamo sabato 13 novembre in piazza a Saronno.
Contro il green pass
Contro la repressione
Contro l’aumento dei prezzi
Contro le morti e lo sfruttamento del lavoro
PER LA RIVOLUZIONE SOCIALE!

Seguiranno info.

P.S. 80?!?

Collettivo Adespota



In seguito il comunicato che scrivemmo in merito all’ avviso orale notificato ad un nostro compagno ad Agosto:

🔴 AVVISO ORALE AGGRAVATO 🔴

Qualche settimana fa ad un nostro compagno è stato notificato dalla Digos di Varese un “Avviso Orale aggravato”.
Diversamente dal classico Avviso Orale che invita “solamente” a mantenere una condotta conforme alla Legge (e che potrebbe essere propedeutico alla sorveglianza speciale), l’aggravante consiste nell’aggiunta di alcune imposizioni emanate dalla Questura.

Trascriviamo testualmente ciò che viene riportato:

“Impone: a xxx xxx il divieto di possedere o utilizzare, in tutto o in parte, indumenti e accessori per la protezione balistica individuale, mezzi di trasporto blindati o modificati al fine di aumentarne la potenza o la capacità offensiva, ovvero comunque predisposti al fine di sottrarsi ai controlli di polizia, armi a modesta capacità offensiva, riproduzioni di armi di qualsiasi tipo, compresi giocattoli riproducenti armi, altre armi o strumenti, in libera vendita, in grado di nebulizzare liquidi o miscele irritanti non idonei ad arrecare offesa alle persone, prodotti pirotecnici di qualsiasi tipo, nonché sostanze infiammabili ed altri mezzi comunque idonei a provocare lo sprigionarsi delle fiamme”.

Il tutto viene condito con la solita narrazione della “pericolosità sociale”, citando una recente condanna in definitivo e innumerevoli precedenti penali e di polizia dal 2013 ad oggi, tutti riguardanti manifestazioni o situazioni di lotta avvenute negli ultimi anni tra la provincia di Varese, Milano, Torino, Monza e Como.

Non avevamo mai avuto a che fare con una misura del genere, e per quel che ci è dato capire ci sembra possa essere considerata un avviamento alla sorveglianza speciale, infatti, seppur in misura meno afflittiva, questo tipo di avviso orale non si limita a invitare a un improbabile ravvedimento, ma inizia a limitare in maniera arbitraria la libertà individuale della persona di turno.

Il fatto che questa nuova misura sia stata notifica a margine di un momento di piazza a Busto Arsizio contro il green pass rinverdisce l’idea per cui il fine di tali misure sia esattamente allontanare e limitare i compagni dai contesti sociali potenzialmente critici per chi deve gestire l’ordine. A condimento del tutto le solite manfrine della Digos su cui ci pare inutile soffermarci.
Non saranno di certo della carta straccia questurina o qualche avance sbirresca a farci cambiare rotta.

Il periodo che stiamo vivendo è molto particolare, è palese come la presenza, in diversi contesti di piazza, di chi tende a portare un approccio libertario, continuità organizzativa, praticità e discorsi di critica radicale preoccupi lorsignori e sgherri.

La carta è solo carta, la carta brucerà si cantava, e vale tanto per l’avviso orale quanto per il green pass.

Acque Scure #8

s a b a t o 1 1 s e t t e m b r e
– S A R O N N O –

ACQUE SCURE accaccì
ottava edizione

✕ dalle 16.oo
art writing (porta le bonze), musica (se ti va porta le rime), birrette

✕ dalle 18.3o aperitivo e concerto:

✕ dalle 19.3o cena vegan

✕ dalle 20.3o concerto con:

✕ a seguire…


Raccolta sull’incontro – VENT’ANNI DAL G8

A seguire, il materiale che abbiamo estrapolato dall’ incontro del 17 Luglio tenutosi a Saronno.
Rispettivamente, la prima parte dell’ incontro ( purtroppo, per un problema tecnico non abbiamo potuto raccoglierne la seconda parte ) e un video, preziosa testimonianza portata dai compagni senza i quali sarebbe andata perduta.

l 20 luglio 2001 un carabiniere spara e uccide Carlo Giuliani. Poco dopo il Genoa Social Forum (G.S.F.) e i mass-media si affrettano a dire che si trattava di un ragazzo con precedenti penale, tossicodipendente e senza casa, insomma un balordo la cui vita non contava niente. In serata, vari esponenti del G.S.F. e il giornalista Gad Lerner de La7 si accordano per fare una diretta televisiva per speculare sulla morte di Carlo, ma qualcosa va storto…